Il corpo di Yana Malayko era stato trovato mercoledì scorso, avvolto in una busta nera all’interno di una valigia.
Durante un interrogatorio durato circa due ore e mezza, emergono alcuni dettagli sul caso di Yana Malayko, la 23enne ucraina uccisa lo scorso 20 gennaio dall’ex fidanzato 33enne, Dumitru Stratan. L’uomo, già arrestato per omicidio volontario premeditato e aggravato e occultamento di cadavere, ha confessato di aver colpito la ragazza senza però volerla uccidere.
Prima dell’interrogatorio con i pm, Dumitru aveva deciso di non parlare, chiedendo la presenza dei suoi legali per rispondere. Nelle due ore e mezza di colloquio, l’uomo ha confessato, sì, di aver colpito Yana, ma senza premeditazione. Sull’occultamento del cadavere, ha invece affermato di “non ricordare esattamente quanto accaduto dopo l’episodio”.
Il ritrovamento del corpo
Mercoledì scorso è stato ritrovato il corpo di Yana Malayko all’interno di una valigia, avvolta in un sacco nero, nelle campagne al confine tra Lonato (Brescia) e Castiglione delle Stiviere (Mantova). L’ipotesi è che la ragazza fosse ancora viva quando è stata chiusa nel trolley, in quanto la causa della morte potrebbe essere stata per soffocamento, ma non è stata soffocata né strangolata.
L’assassino l’avrebbe riposta dopo averla picchiata e colpita più volte. Sul cadavere infatti, sono stati trovati segni delle botte subìte sul volto e sul collo. Yana sarebbe stata colpita da un oggetto contundente di forma tondeggiante, di piccolo diametro e a quanto pare in metallo.